year
2024
duration
105′
directed by
Francesco Alberici
with
Francesco Alberici, Maria Ariis, Salvatore Aronica, Andrea Narsi, Daniele Turconi
text
Francesco Alberici
assistant director
Ermelinda Nasuto
scenography
Alessandro Ratti
lights
Daniele Passeri
produced by
SCARTI Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa,
CSS Teatro stabile di innovazione del Friuli Venezia Giulia, Ente Autonomo Teatro Stabile di Bolzano
sustained by
La Corte Ospitale
UBU AWARD 2024 Best Dramaturgy
Finalist at the 56th edition of Premio Riccione per il Teatro
This play is an autofiction not by choice, but by necessity: to protect the real protagonists of the story told from possible repercussions. Bidibibodibiboo tells the story of a young employee: hired by a large company with a permanent contract and targeted by a superior. The young man slowly falls into a persecutory spiral that turns the hours spent at work into a nightmare. This play is an indictment of a violent and delusional system of labor management, which has become the norm even in Europe and is destroying the so-called middle class, whose psychological and emotional collapse I have tried to describe.
The jury of the 56th edition of Premio Riccione per il Teatro emphasised that «with an effective and measured composition, the author manages to recount with dry realism and effectiveness the protagonist's descent into corporate hell: attacks, shame, dismissal, omission, liberation ».
Alberici ha saputo intercettare, con un poco di anticipo, quel dibattito sulla relazione tra lavoro e vita esploso durante e dopo la pandemia: la vicenda raccontata testimonia infatti la crescente indisponibilità a sottostare alla retorica della realizzazione professionale come elemento identitario. Ma, grattando la superficie del medium che ha scelto di utilizzare, l’autore e regista racconta anche di come il lessico aziendale e le logiche lavorative utilizzati nella multinazionale non siano affatto estranee al mercato culturale.
Maddalena GiovannellI, Il Sole 24Ore
Bidibibodibiboo ci mette di fronte al rimosso che stiamo vivendo come collettività sui temi del lavoro. È un rimosso costruito attraverso i rapporti di forza – una multinazionale può intentare cause milionarie in grado di distruggere i singoli – ma anche adottando narrazioni che trasformano in “illogicità” il dissenso, la difformità. Giustificando la performance come parametro che sotterra i diritti dei lavoratori, da un lato, ma convincendo noi stessi che se non accettiamo quella logica (e la protezione economica che, a volte, ci fornisce) siamo sostanzialmente dei poveri pazzi.
Graziano Graziani, Teatro e Critica
Alberici è un regista che legge, che studia, che osserva, che ha interiorizzato varie riflessioni sulle zone d’ombra del contemporaneo, su quella che Byung Chul Han ha chiamato Società della Stanchezza. Ma stavolta, in questo secondo spettacolo scritto e diretto interamente da lui [...], c’è qualcosa che si affaccia oltre l’intelligenza, oltre la voglia – che comunque non viene meno – di capirci qualcosa di più del presente e di ragionare sui limiti del linguaggio. Come tutti gli artisti a un passo dalla piena maturità (leggere le lettere giovanili di Beckett apre un mondo in questo senso), in Bidibibodibiboo Alberici mette in discussione soprattutto una cosa: sé stesso, il suo talento, il suo posto nel mondo come artista.
Rossella Menna, Doppiozero
Bidibibodibiboo (citazione di Maurizio Cattelan e del suo scoiattolo suicida, in uno spettacolo che dell’arte contemporanea fa tesoro di efficacia, ironia e icasticità), s’inserisce a pieno titolo in un filone del teatro internazionale fra i più vivaci e capaci di toccare e interpretare il presente (da Sergio Blanco a Milo Rau), costituendone non l’epigono nostrano, ma una voce che può aspirare a quei livelli.
Matteo Columbo, Il Libraio.it
Messinscena potente, dialoghi fulminanti, tempi perfetti, personaggi speculari, interpreti bravissimi che entrano ed escono dai personaggi, realtà e finzione che si mescolano creando un cortocircuito che incanta e interpella ognuno di noi. Il titolo Bidibibodibiboo è ispirato all’opera omonima di Maurizio Cattelan, nella quale uno scoiattolo è riverso su un tavolo, in un interno casalingo anni ’50 e si è appena sparato un colpo alla testa.
Marì Alberione, Duels
Uno spettacolo fuori ordinanza, i cui 100 minuti di durata non si sentono affatto, anche grazie a colpi di scena, sbalordimenti di drammaturgia e di allestimento e notevoli soluzioni di rottura. [...] Magari è proprio nella somiglianza tra il fatato mondo cenerentolesco, con le sue promesse di felicità, e il magico life-work balance, con tutte le altre favole che ci racconta l’industria globale, che sta il punto. O almeno uno dei punti: l’ignota costellazione del futuro verso cui Bidibibodibiboodiboo ci spinge a guardare.
Roberto Canziani, Quantescene
C’è molto talento nel progetto e una indiscutibile onestà intellettuale. La furia di chi ti chiama di notte per dirti che ha scoperto un libro favoloso. Non ci si confonda poi: l’elogio del dubbio trova in Alberici risposte chiare. Anche se finge di non darle. Come questo tornare ancora una volta a parlare di lavoro e degli ultimi. O il fatto di non credere di poter incidere sul mondo. Ma nel frattempo di continuare a provarci. Fosse mai.
Diego Vincenti, Il Giorno
Eppure, l’ambiguità del fallimento non sta solo nella parola in sé e nei suoi labirinti semantici: i cerchi concentrici di Bidibibodibiboo conducono tutti a un vicolo cieco, smontano superficiali certezze e visioni rassicuranti, implodono in una incessante e catartica problematizzazione di significati e significanti. Ma, al tempo stesso, la perizia drammaturgica con cui vengono legati i diversi livelli della finzione, la fluidità espressiva con cui si passa da uno snodo all’altro dell’andamento narrativo, l’organicità complessiva che sovrintende alla disorganicità particolare sono forse il contrario di un fallimento, testimoniano anzi della volontà di servirsi dei fallimenti propri e altrui per arrivare a un successo, scenico e di riflessione.
Francesco Brusa, Altre Velocità
L’auto finzione dichiarata coglie il cuore psicologico, familiare, esistenziale del problema-lavoro. Capire come Pietro si sia fatto assorbire da quell’azienda; come Francesco abbia provato a tirarlo fuori, addirittura riparando l’ingiustizia con il teatro. Ma le cose sono più complesse e il pregio del testo è di mostrarlo. Pietro diventa l’emblema delle incertezze, del disorientamento e di una visione opaca sul futuro di un’intera generazione.
Mario De Santis, Huffington Post
Bidibibodibiboo attiva l’interrogativo di un teatro che non è più una rappresentazione fittizia del mondo del lavoro che il pubblico osserva, interpreta e comprende, ma la produzione di un rapporto contrattuale tra l’esistere e il subire, il rappresentarsi e l’essere rappresentati da. La percezione dell’evento scenico agisce immediatamente sui corpi di chi lo osserva: tutti gli individui, infatti, partecipano alla medesima mise-en-scène nelle loro vite di tutti i giorni e in tutti gli ambienti lavorativi.
Fabio Ranzolin, Antinomie
Bidibibodibiboo mostra come il mondo del lavoro neoliberista abbia sotto sembianze seducenti, una rigida struttura a caste necessaria a preservare un modello societario piramidale. Il darwinismo aziendale infatti da violenza sottile e latente sul lavoro, diventa forma di vita, di cultura. E finisce quindi con infettare l’intera esistenza, aprendo la strada così ad un nuovo disumanesimo. Dogmi come meritocrazia, performance, incentivo quindi, sono necessari solo a giustificare eticamente la disuguaglianza.
Raffaella Roversi, 2duerighe
2026
29-31 January, Maillon Théâtre, Strasburgo (FR)
18 March, Teatro Rasi, Ravenna (IT)
19 March, Teatro Dada, Castelfranco Emilia (IT)
21 March, Teatro Excelsior, Reggello (IT)
25-29 March, Teatro India, Roma (IT)
16 April, Teatro Faraggiana, Novara (IT)
2025
23 January, Teatro Dino Buzzati, Belluno (IT)
26 January, Sala Granturismo, Riccione (IT)
29 January, Teatro Costantino, Macomer (IT)
30 January, Teatro Massimo, Cagliari (IT)
31 January, Teatro Civico, Alghero (IT)
1 February, Bocheteatro, Nuoro (IT)
26 February, Teatro Comunale, Pergine (IT)
1 March, Teatro Florida, Firenze (IT)
3 April, Teatro Rossellini, Roma (IT)
26 September, Cineteatro Gavazzeni, Seriate (IT)
31 October Teatro Pasolini, Cervignano del Friuli (IT),
1 November, Teatro Palamostre, Udine (IT)
8, 9 November, Teatro Impavidi, Sarzana (IT)
13, 14 November, Fast Forward Festival, Dresda (DE)
2024
25, 26 January, Il Dialma, La Spezia (IT) - debutto
9, 10 February, Teatro S. Giorgio, Udine (IT)
20 February – 3 March, Piccolo Teatro, Milano (IT)
11-13 March, Teatro Studio, Bolzano (IT)
26 June, Terreni Fertili Festival, Gualtieri (IT)
15-20 October, Sala Umberto, Roma (IT)